Falserio in nome dell'illustrissimo sig. conte Ercole Bentivoglio lire sedici di moneta, e credo che V. S. ormai me ne ha dati tanti che io mi vergogno a scusarmi di non avere finito: basta, voglio scrivere degli fatti quando io scriverò. Mi basta a sapere di certo di esserli in grazia, perchè questo mi preme assai; con che per fine me li offero, et umilmente le bacio le mani. Di Bologna, il dì 27 di marzo, 1599
LXXX.
Lodovico Caracci al sig. Bartolommeo Dulcini.
Io ho ricevuto la sua amorevolissima, scritta alli 24 di aprile, dove io ho inteso il suo desiderio per lo amico suo per la inclusa polizza. Come V. S. sa, io feci la tavola di quelle monache, et io sono andato pensando che il schizzo capitò in man del Mascheroni, dove io ho cercato di rivederlo con domandarlo, subito avuta la lettera di V. S., ma mi ha risposto che li fu domandato in dono da un tale, e lui lo donò; e si è fatta instanzia fino a ora a questo tale, dove si fermò nelle mani, di ricuperarlo con domandarne copia per farne un'altra Santa Orsola sotto a questo colore. Sicchè ha risposto che non sa che ne sii avvenuto, e che è perso di certo; e si è pregato a cercarlo con gran diligenza per rattacconarlo. In caso che non si ritrovasse, io terrò strada di fare una copia della Testa della santa Orsola ch'è nella tavola sopraddetta; però V. S. ne avviserà della sua intenzione, che io sarò pronto a servirla; ma io non so se quella testa è simile in tutto e per tutto a quella santa, perchè vi è tanto intervallo di tempo che io non mi ricordo, se bene quelle parti sono cavate da lei; però V. S. riferirà quello che ne sente; e per fine le bacio con ogni affetto di cuore le mani, pregando dal signor Iddio che la feliciti e conservi.
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