Io la ringrazio, ec. Bologna, 18 dicembre, 1608.
LXXXVI.
Lodovico Caracci al sig. don Ferrante Carlo.
Già è incassata la sua Madonna e consegnata al sig. Poggio, che la invierà per la prima occasione. Non so se io le averò dato sodisfazione secondo che merita; io so bene, se piacerà tanto a V. S. quanto è piaciuta qua in Bologna, che io ne sentirò contento, e ha portato quasi occasione di essermi levata, ma lodato Iddio, che è inviata, col nome mio scritto nel rovescio della tavola, come vedrà, e mi sarà caro alla ricevuta, dopo averla accomodata al lume suo, avvisarmi se le piace, o no. Io starò ansioso di questo, e le bacio le mani. Bologna, 5 febbraio, 1609.
LXXXVII.
Lodovico Caracci al sig. don Ferrante Carlo.
Io ho ricevuto l'olio prezioso pel gentiluomo, bene condizionato, e le rendo grazie infinite; e ancora io spero di mandarle qualche disegno per ricordo della memoria che desidero che tenga di me, acciò io ricompensi in qualche cosa le amorevolissime parole della sua lettera, che mi farà diventare ambizioso. Io mostro le sue lettere agli amici, e me ne glorio delli favori fatti; con che, ec. Bologna, 26 gennaio, 1610.
LXXXVIII.
Al medesimo.
Vengo con questa mia a farle riverenza, e desidero di essere qua con lei per rivedere le cose del Pordenone, tanto di mio gusto. Io goderia in un istesso tempo V. S. e le pitture, che saria doppio contento, ma non vi potendo essere realmente, io vi sono con l'affetto di cuore; e, per significarle il mio pensiero, realmente io mi credeva di certo che si fosse ritirata a Monte Vedrio per suo studio di qualche cosa, ovvero per non essere fastidito di scrivere queste feste fatte, delle quali so che ne sarà stato dato conto a V. S.; e, quanto a me, in generale, e ancora in particolare, mi sono piaciute, e ancora credo che siano state vedute da forestieri con qualche satisfazione.
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