La ringrazio nell'ultima sua delle tante cirimonie che usa meco in risposta di una mia che V. S. ne aveva ricevuta. Il Camulo e tutti questi giovani della stanza la risalutano; e con tal fine le prego dal signor Iddio che le conceda la sanità perfetta, e le bacio con ogni riverenza le mani. Da Bologna, il giorno di S. Piero, 29 giugno, 1616.
XCI.
Lodovico Caracci al sig. don Ferrante Carlo.
Io non ho dato risposta prima a V. S. per essere stato un poco catarrale dalla vigilia di Natale in qua, non partendomi di casa; sicchè la ringrazio dell'annunzio delle buone feste, con il buon capo d'anno, che tanto desidero nella persona di V. S. con molti altri appresso. Ma, a dire il vero, pare che questa sua lite eterna vada alla lunga assai. Non so che dire altro, se non che il signor Iddio ci metta la sua mano in favore di V. S. Circa poi il quadro della Resurrezione, che fu principiato per quel signor delli Savelli, appunto l'altro giorno me ne fu fatto motto da uno che venne per li Malvezzi; ma a me pare che non vi sia luogo per questo servizio per V. S., oltre che va donato a un cardinale. Che seguirebbe se fosse veduto da uno di codesti signori in mano di altro in Roma, dove abita il padrone che lo vide una volta in compagnia del marchese Pirro Malvezzi? Mi dispiace poi non poterla servire per le difficoltà suddette, che mi dariano tormento all'animo. V. S. lo consideri; e io so che ella mi desidera bene per quanto mi ha sempre mostrato, e non comporterebbe che io avessi disgusto con il tempo.
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