Frattanto raccomandandomele in grazia, le prego dal signore Iddio compita felicità. Di Roma, il 7 febbraro, 1609.
CI.
Francesco Albani al sig. Luigi Zambeccari.
Contra mia volontà mi son ridotto al tardi a dar risposta alla lettera sua, che mi è stata gratissima per essersi di più da me conseguita la promessa del mandarmi il disegno della nuova guglia, e di più la giunta della composizione sopra lo sfratto dalla piazza. Con stupore ho ammirato l'opera della scultura, più in leggere che in disegno, perchè se è quella guglia, che giaceva in più pezzi nel circolo vicino a S. Sebastiano, mi si rappresenta come una colonna da lettiera, et era più grande forse per causa della colomba postavi in cima, che, secondo me (per la memoria che ne riservo), viene a riuscire colomba grande come una bufala. Concludo, che è stato il disegnatore eguale o poco più della poesia.
Mentre tuttavia scrivo, ecco che mi arriva altro novo disegno con Ottave, le quali leggerò con più comodità, perchè essendo fatto notte, e sendo anco aspettato da chi mi vuole parlare, mi piglierò da lei licenza, pregandola a scusarmi, e ringraziandola per me, e per il sig. Gio. Maria Galli, detto Bibbiena, che caramente la salutiamo. Con che la pregherò fare riverenza al sig. Alessandro Algardi, dal quale non si è saputo se il padre Guerra gli facesse capitare quei sassi della mia cassa. Bologna, li 8 luglio, 1611.
CII.
Guido Reni a N. N.
Ringrazio infinitamente V. S. della buona memoria che tiene di me, e le resto perciò molto obbligato.
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