Io sto bene come tutta la mia famiglia, così spero di V. S. Ella mi accusa di negligenza in non avere risposto a una sua, ma a me non pare: tuttavia potrebbe essere che la risposta sia andata in sinistro, che so quanto vagliono i suoi favori, e perciò li ricevo con estremo gusto, e conseguentemente non mi scordo di ringraziarla; ma così alla peggio, come so, sicuro anche io che V. S. li accetta tali quali sono, compiacendosi di quello si può cavar da persona grossolana, ec.
Io non do a V. S. nuove di Napoli, perchè le deve sapere prima di me; solo le dirò che il sig. Conte Monterei se ne sta a Pozzuolo, e non si dice quando sia per partirsi per Spagna. S. E. pure, stando così, mi continua lavori, avendomi di nuovo occupato di due quadri per servizio di S. Maestà, cosa che non fa a niuno pittore di tanti che ne ha esperimentati; e spero anco nel Vicerè che domina, per tutto il tempo che mi tratterrò in Napoli, aver favore, avendomi S. E. voluto conoscere, e farmi onore di comandarmi certo disegnetto, mostrandosi molto cortese e benigno. Credo che avrà saputo la prodigiosa uscita di Monterei, che, uscendo di casa, la saetta diede ne' due Castelli, e bruciò li stendardi, e attaccò fuoco negli alberi che gli sostenevano, con tempo tanto orribile, quanto si possa immaginare. Elli però con tutto il bruttissimo tempo uscì con tanta grandezza, che non si può far di più, d'innumerabili carrozze a sei, di cavalleria e bizzarre livree: in fine ebbe tutto quell'onore che si farebbe all'istesso Re, ma però dentro le nuvole, le quali andavano per terra, che rendeva terrore e grandezza; e le auguro felice il prossimo Natale, e le bacio le mani.
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