Cardinale ebbe risposta che averebbero tra quindici giorni soddisfatto intieramente, ed essendo passati otto mesi, non solo mi negano li danari, ma con tutto lor potere mi vanno levando anco la riputazione con varie e false invenzioni, siccome ne ho informato monsig. illustrissimo Panzirolo per via di procuratore. Supplico V. S. illustrissima di questa grazia, la quale a me è grandissima per più rispetti, e ne riceverà da Dio benedetto il premio, essendo giustissima; con che la supplico a scusarmi del fastidio, e le faccio umilissima riverenza. Napoli, 11 settembre, 1639.
CXIII.
Gio. Lanfranco al sig. Ferrante Carlo.
Per via di Egidio ho ricevuto i saluti di V. S. con bonissima nuova della salute sua, la qual mi ha rallegrato, com'ella si può immaginare. Le averà dato la nuova della morte del sig. Domenichino medesimamente, il quale ha lasciato l'opera imperfetta, e con qualche gran travaglio dell'erede, perchè la pittura, siccome vi è stato tanto intorno con pastelli, oltrachè molta se ne cade in fine(176), essendo già di prima questi signori deputati mal sodisfatti, ora li rivedranno, come si suol dire, il pelo. Ma questo sì, che per la mia parte, mentre averò da rivedere e stimare l'opera fatta con altri, io li nocerò meno che potrò, anzi li aiuterò come vorrei fusse fatto a me, benchè egli in vita non meritasse altro che lasciarlo stare, e V. S. ne sa parte di quello che ha fatto a me. Io però non li ho tenuto odio in vita, e meno ora che è morto, anzichè ho desiderato di esserli amico, non essendo mancato da me mai.
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Panzirolo Dio Carlo Egidio
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