Mentre le scrivevo mandai dal signor Controlor acciò desse i danari al signor Francesco, e che si facesse dare i danari dell'azzurro; mi disse che avrebbe dato i centoventicinque scudi, e dell'azzurro non voleva ingolfarsi, che non voleva darli. È tornato il signor Francesco con i danari, sicchè V. S. sente; e le bacio le mani. Ho reso i centoventi scudi al signor Luca. Adesso respiro un poco non vedendo più quella pittima cordiale.
CXVI.
Gio. Valesio al sig. Ferrante Carlo.
Devo sentire consolazione della lettera di V. S. per conoscere che ella tiene memoria di me; l'altro che procura di beneficarmi, col procurare che la mia povera virtù abbia luogo presso di V. S. che ha cognizione di tante belle fatiche d'uomini gloriosi nell'arte della pittura, ma, oltre a questo, la ricevo maggiore per conoscere ch'ella mi ama cordialissimamente, onde sempre ne terrò obbligo alla buon'anima del sig. Verovio, che sia in cielo, che ne fu cagione; e l'assicuro che non poteva farmi il maggior favore, che comandarmi cosa tale. Io farò un disegno a requisizione di V. S., per il quale forse piglierà occasione d'aiutarmi all'occasione che possa nascere in materia di dipingere a olio o a fresco; assicurandola che n'avrà onore; col qual fine le baciò le mani. Di Bologna, il 13 agosto, 1608.
CXVII.
Gio. Francesco Barbieri a N. N.
Non so se devo essere più obbligato alla difesa e protezione che tiene V. S. di me, ovvero alla benignità sua, che si degna comandarmi, acciò serva di un quadro il tanto meritevole amico suo, il sig.
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Controlor Francesco Francesco Luca Carlo Bologna Barbieri
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