D. Carlo(180), ma dirò per ora che per l'uno e l'altro rispetto sono obbligato a V. S., alla quale rendo infinite grazie. Veramente sono obbligato a molti signori, ma mi ricorderò, quanto prima potrò, del debito che tengo a lei, ed al sig. Don Carlo. Intanto la prego amarmi la centesima parte di quello che faccio a lei, cui prego dal Signore ogni bene, salutandola da parte del Padre Mirandola, tanto suo parziale. Di Cento, alli 25 novembre, 1618.
CXVIII.
A. C. al sig. Ferrante Carlo.
Non senza molto dispiacere do avviso a V. S. che il sig. Lodovico Caracci, famoso pittore, e tanto suo caro amico, se ne passò mercoledì notte da questa a miglior vita, e giovedì sera fu seppellito con onorata pompa, essendoci andata la Compagnia della Vita. Ma io seppi prima la morte che la malattia, la quale è stata di quattro settimane, con febbre continua, per quanta intesi giovedì mattina da un suo uomo vecchio, che a sorte incontrai per strada. E perchè mi sovvenne del quadro della natività di N. S., che per ordine di V. S. feci condurre alla casa di detto sig. Lodovico, gliene motivai, acciò non ne fosse fatto esito, ma conservato; e mi disse che stava in buona custodia, e che per adesso non si venderia alcuna cosa. Ed avendo poi trovata la lettera di V. S., nella quale mi fece fare dal detto sig. Caracci la ricevuta del suddetto quadro, sono stato questa mattina per mostrarla a detto uomo, che credo abbi a nome Paolo. Ma non essendo in casa l'ho data a quelle donne, perchè sappiano che 'l quadro è di V. S., e nel ritornare a Palazzo ho veduto sotto le volte de' Dolanzi detto messer Paolo, e gli ho mostrato la medesima quietanza del sig.
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