Lodovico; ed esso m'ha detto che lo conservava ad istanza di lei, e che è per renderlo ogni volta che ella vorrà; di che tutto ho giudicato bene farne consapevole V. S. per il desiderio che ho sempre di servirla; condolendomi estremamente della gran perdita ch'ha fatto V. S. di questo valentuomo nella sua professione. È in stampa il principio che fece l'Umanista Scotese(181), e se avrà gusto di vederlo, capiti dal segretario Tedeschi che glielo mostrerà, e mi favorisca poi di dirmene il suo senso; e per fine. Bologna, 16 novembre.
CXIX.
Alessandro Tiarini al sig. Ferrante Carlo.
Non so qual sia di maggior forza in me, o il dolore della perdita del sig. Lodovico, o l'allegrezza d'aver nuova di V. S., a me tanto caro padrone, che da poi che scrissi una lettera, dandole conto che andavo a Reggio per dipingere nella chiesa della Beata Vergine, non ho mai più, se non ora, sentito dell'esser suo; e però pongo in dubbio qual si avanzi in me, che certo io le sono in quella divozione che deve un vero amico, lasciando da parte ogni sorta di cirimonia, corrispondendo di buona volontà alla sua tanta cortesia, e ringraziandola (se però è lecito, o conviene fra gli amici questo termine) dell'esaltazione che mi procura con la sua eloquenza, che ben so non potersi inalzare chi non ha qualche appoggio, come ogn'ora veggo in persona d'altri la esperienza, e però tengo per mia fortuna che V. S. sia di questa buona volontà. Si assicuri che, per quanto io posso, sarò al suo servizio, e troverà sempre di un pensiero il Tiarino suo servidore, e come tale la saluto col cuore e con la voce, rendendo a messer Anton Maria saluto duplicato per la felice memoria dei gusti che con il mio sig.
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