Passignano(182) e lui ho passati, che Dio conservi e l'uno e l'altro felicemente. Di Bologna, il dì 7 di dicembre, 1619.
CXX.
Tiziano Vecellio al Principe di Spagna, che è stato poi creato Re d'Inghilterra.
PRINCIPE SERENISSIMO
Dall'ambasciator cesareo ebbi il dono più conforme alla grandezza vostra, che a' piccioli meriti miei. Il che mi fu per molti rispetti caro, ma assai più, perchè a un povero debitore è gran ricchezza l'esser molto tenuto al suo signore. Io, all'incontro, vorrei poter ritrar l'imagine del mio cuore, già gran tempo consagrato alla vostra Altezza, perchè ella mirasse nella più perfetta parte d'esso scolpita la imagine del valor suo. Ma non potendosi far questo, io attendo a finire la favola di Venere e Adone(183), in un quadro di forma simile a quello ch'ella ebbe già di Danae; e finito (che sarà in breve), il manderò. Vado preparando gli altri ancora pur da esso consagrati al mio signore, poichè dall'arido mio terreno frutti più nobili provenire non possono. Non passerò più avanti, pregando Iddio nostro Signore a concedere lunga felicità alla vostra Altezza, e a me grazia di potere ancora una volta e vederla, e umilmente baciarle i piedi.
CXXI.
Tiziano Vecellio al sig. don Giovanni Benevides.
Io non so se il mio signor don Giovanni Benevides sarà fatto tanto altiero per lo nuovo regno accresciuto alla grandezza del suo re, che non voglia più riconoscere le lettere, nè la pittura di Tiziano, già da lui amato, anzi pur credo ch'egli vedrà questa e quelle con lieto animo, e che ne farà festa; perciocchè un signore, per natura nobile, e per creanza umanissimo, come V. S. è, tanto più degna et accarezza i suoi servidori, quanto più se gli accresce autorità e favore di poter giovare altrui.
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