Io cercherò di spedirmi il più presto che mi sarà possibile, ed intanto supplico V. S. a continuar a favorirmi presso i suoi amici, acciò, tornando, possa aver sempre qualche cosa da operare. Il desiderio mio sarebbe nella mia tornata di passar per Milano, Piacenza, Parma, Bologna e Fiorenza. Se per sorte V. S. avesse qualche amico in dette parti, mi farebbe particolar grazia d'inviarmi qualche lettera acciò potessi vedere quello che non si può senza favore di qualche persona di qualità, ed aver visto qualche cosa da potermene servire. Finisco, pregandole da Dio ogni compita felicità. Di Genova, 21 maggio, 1621.
CXXIII.
Simone Vovet al sig. Cassiano del Pozzo.
Conosco per lunga prova l'affezione che V. S. illustrissima mi porta, e mel reputo a grand'onore. Io mi trovo assai intrigato al partire da questa città, e questi signori Doria, vedendomi assai melanconico per le novelle della malattia di monsieur Cochet, che credevo fusse già morto, perchè l'ordinario passato mio fratello mi scrisse che c'era poca speranza, e ch'era abbandonato da' medici, m'hanno condotto in S. Pier d'Arena in un bellissimo luogo, dove vanno a villeggiare, e là m'hanno pregato a far qualche loro ritratto, ciò che infin ora non avevo voluto fare in conto alcuno, ma le loro cortesie appresso di me hanno operato, che non ho potuto dir di no, di maniera che mi tratterrò ancora per qualche giorno. Ho fatto scrivere da un amico mio a Milano ad un mercante, acciò se V. S. avesse mandato il plico del sig. conte Serbelloni, me lo conservi sino a che vi vada.
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