E per fine, facendole umilissima riverenza, con speranza di vederla in breve personalmente, le desidero ogni bramata e meritata esaltazione. Di Siena, li 7 di marzo, 1626.
CXXXI.
Lattanzio Pichi al sig. Cav. del Pozzo.
Ho ricevuta la lettera di V. S. illustriss., nella quale per sua amorevolezza si rallegra del mio arrivo a salvamento in patria, e mi ricorda che per onorevolezza della bon. mem. del sig. Cherubino(186) Alberti mio suocero, e per utile dell'eredità, io voglia applicar l'animo a far tirar quei rami(187), esibendosi pronta a farne ottenere amplissimo privilegio dal Papa, e, occorrendo, dal Sereniss. di Toscana, offerendo ancora all'opera la protezione del sig. cardinal Barberino, di che tutto ringrazio infinitamente V. S. illustrissima. Ed in quanto a far tirar i rami, io non averò in ciò altra premura, che d'obbedire ai cenni del sig. cardinale, se comanda; e servire V. S. illustrissima per il desiderio che ne mostra; et in questa risoluzione, ch'è di qualche conseguenza, sarà necessario che V. S. illustrissima procuri altri privilegi, et avvisi come ci dovremo governare circa la dedicatoria, et io poi, per la parte mia, come so che faranno ancora questi miei parenti, opererò di darle quei gusti che desidera, sicuro che rappresenterà al sig. Cardinale la mia ottima volontà, e l'ambizione che ho di servir sua S. illustrissima, et in ogn'altra occorrenza, non solo come interessato in questa eredità, ma come Lattanzio Pichi, che come tale mi dedico per servo al sig. cardinale per mezzo suo; et a V. S. illustrissima affettuosamente bacio le mani, e prego da Dio l'effetto d'ogni suo desiderio.
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