Sappia V. S. che il sig. conte da Monterey è venuto qui per Vicerè sintanto che il Duca d'Alcalà vada in Spagna a render conto delli suoi buoni o mali portamenti, ch'io non lo so. Sebbene qui si dice che tornerà, io per me non lo credo. Io mi trovo qui senza questo servizio, e però vorrei supplicar V. S. di procurar qualche occasione in Roma per me da servir con la mia servitù. Dello stipendio lo rimetto a V. S. Il mio desiderio è di vivere e morire a Roma. Non voglio mancare di ricordarle, che quello che ha da trattare per me, lo voglia fare con un poco di sollecitudine, prima, per sapere se mi ho da fermar qui, e per non venir nella stagion del caldo a Roma, e venendo io a Roma sodisfarò subito le mie promesse con quella maggior diligenza che potrò, sì per il sig. Cardinale e per la sig. D. Anna, come anco per V. S. Per fine le invio le buone e sante feste, con molte appresso, e le faccio umilissima riverenza. Di Napoli, il 19 aprile, 1631.
CXXXVI.
Giovanna Garzoni al sig. Cav. del Pozzo.
Il sig. Flaminio Razzante averà reso testimonianza a V. S. della disgrazia occorsami nel S. Giovanni destinato per V. S., il quale con ogni studio avevo finito, e richiesto detto sig. perchè si fosse compiaciuto portarglielo, quando che improvisamente mi venne in casa il segretario del sig. Duca d'Alcalà, Herrera, col sig. Marchese di Vico, i quali mi fecero un tiro spagnolesco, poichè, mentre ero intenta per mostrar loro alcune opere cominciate per S. E., con galanteria il detto marchese di Vico mi levò dentro d'un libro il suo S. Giovanni, e l'Herrera due altre cartine di ritratti, e se le portarono.
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