Due sono stati li disgusti avuti per questa causa, l'uno (et è il maggiore) il vedermi levata l'occasione d'aver adempito con la venuta costì del sig. Razzante, in parte al mio debito verso V. S., la cui tardanza m'ha fatto arrossire più d'una volta; l'altra, che sia stato uno Spagnolo quello che m'ha fatta la burla, non ostante che vado molto avvertita. Nientemeno ne ho fatto un altro in differente maniera, in cui riuscita, sebbene non è totalmente nè anche conforme al desiderio mio, tuttavia spero che le doveria piacere per essere meglio dell'altro. Viene qui incluso, perciò prego V. S. volerlo accettare con lieta fronte per caparra del molto ch'io le devo, non risguardando alla qualità del dono, ma sì bene all'animo mio, riserbandomi con maggior comodità servirla d'altra opera maggiore per segno della divozione mia. Intanto la supplico tenermi in grazia dell'ecc. sig. D. Anna, alla quale vivo umilissima serva, non meno obbligata, che volontaria; e facendo a V. S. riverenza, le prego da S. D. M. ogni vero bene. Di Napoli, 12 luglio, 1631.
CXXXVII..
Artemisia Gentileschi al Commendatore Cassiano del Pozzo.
Ho vista la misura che V. S. illustrissima mi ha fatto grazia mandarmi; e l'averei servita subito, se non mi occorresse fare alcuni quadri per la Imperatrice, et è bisogno che siano finiti a mezzo settembre, che fatto questo, la prima cosa sarà il servire V. S. illustrissima, alla quale tanto devo. Devo supplicarla che voglia restar servita inviarmi per il procaccio sei para di guanti delli più belli, che io ne ho da regalare alcune dame: et altro per ora non occorrendomi, facendole riverenza, le prego dal sig.
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