Napoli, il dì 21 gennaio, 1635.
CXLI.
Artemisia Gentileschi al Commendatore Cassiano del Pozzo.
La confidenza, che ho sempre tenuta nella gentilezza di V. S., e l'occasione urgente ch'ora mi si rappresenta di collocar mia figlia in matrimonio, mi spingono di ricorrere alla sua benignità, e per aiuto e per consiglio, sicura di restarne consolata, come altre volte. Sig. mio, per concludere e perfezionare questo matrimonio, mi manca qualche poca somma di danari. Tengo per questo effetto, non arendo altro capitale o assegnamento, alcuni quadri grandi d'undici e dodici palmi l'uno. Fo disegno presentarli alli signori cardinali(191) Francesco Padrone e D. Antonio, però non voglio eseguir questo mio pensiero senza l'ottimo parer di V. S., sotto il cui auspicio pretendo camminare, e non altrimenti. La supplico dunque, con l'affetto che posso maggiore, farmi degna di risposta col di più che parerà al proposito, acciò, bisognando, possa subito incamminar la persona con detti quadri, fra quali ve ne sarà uno per Monsignor Filomarino et un altro per V. S. col mio ritratto a parte, conforme ella una volta mi comandò, per annoverarlo fra' pittori illustri; e l'assicuro che, scaricatami del peso di questa figliuola, voglio subito venirmene a cotesta volta per godermi della patria, e servir gli amici e padroni. E qui, per fine, bacio a V. S. con affetto le mani, e prego dal cielo ogni gran bene. Napoli, 24 ottobre, 1637.
Sia servita darmi nuova della vita o morte di mio marito.
CXLII.
Artemisia Gentileschi al Commendatore Cassiano del Pozzo.
| |
Gentileschi Commendatore Cassiano Pozzo Francesco Padrone Antonio Monsignor Filomarino Gentileschi Commendatore Cassiano Pozzo
|