Ne rendo infinite grazie a V. S. ill., ed in cambio di questo benefizio guardi in che modo io posso servirla in queste parti, che volontarissimo mi esibisco ad ubbidirla e servirla dove me ne giudicherà idoneo. Mi dispiace sommamente di non aver potuto fare il ritratto di quella dama che mi chiese V. S. ill. Io mi sono portato a casa sua più volte per questo effetto, ma ella non ha mai voluto darmi comodità di lasciarsi vedere e ritrarsi, se bene più volte me l'ha promesso, e fattomi sperare quel favore che mi sarebbe stato caro per amor di V. S. ill. Io mi son ritrovato di averne uno, ch'è d'una gentildonna virtuosissima, ch'io feci due anni sono trovandomi allora in casa di suo padre mio amico, e persona di merito e di virtù; e l'ho tenuto sempre con pensiero di farlo ricapitare in mano di qualche persona virtuosa, curiosa, ed intelligente della pittura come V. S., che possiede in parità la virtù, la curiosità e l'intelligenza in ogni cosa, e particolarmente in questo genere. Io dunque prego V. S. ill. di accettarla come cosa, che se maggiore o di più valor fosse, tanto le ne farei dono, e tanto più volentieri ho creduto che sarebbe di gusto suo, non tanto per la persona rappresentata, che non è nota a V. S., quanto per la diligenza, che io ho avuto nel lavorarla. Io scrissi a V. S. ill. alcuni giorni sono con occasione della partenza dell'eminentiss. sig. Cardinal di Lione, e diedi la mia lettera al signor Mignardi, giovane virtuosissimo e di buoni costumi, il quale raccomandai alla sua protezione, siccome faccio di nuovo, e pregola di volerlo favorire della sua grazia, sebbene son sicuro che con le buone qualità che V. S. conoscerà in lui, ella sarà obbligata ad amarlo e favorirlo.
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Lione Mignardi
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