Mando adunque queste carte a V. S. ill. per farle fede della mia diligenza, e soddisfare in parte alla sua curiosità, che credo sia maggiore per la cosa rappresentata, che per la mano di chi l'avesse disegnata, ciò che io feci intendere ieri al sig. Niccolò Mignardi, che mi disse qualmente V. S. gli avea dato ordine di disegnare la sopraddetta antichità, facendoli vedere queste stampe in ordine per mandargliela, e così restò di non andare in quelle parti, credendo che la sua fatica sarebbe stata o meno grata o meno utile a V. S., atteso che queste stampe siano state fatte con gran diligenza e giustezza; e caso che ella volesse averne il disegno fatto a mano, o per accompagnar altri suoi disegni, o per contentare alcuna altra sua voglia, ne dia segno con una parola sua per lettere, che ei si troverà sempre pronto per eseguire il suo comando. Intanto prego V. S. ill. di voler aver in grazia sua il sig. Pietro(197) Mignardi fratello del sopraddetto, che adesso si trova in Roma, e non ha maggior desio che di farle servitù, e star sotto quella sua protezione, della quale ella fa liberalissimamente parte a tutti i virtuosi; e mi comandi liberamente ciò, che per servizio suo dipenderà dal debole poter mio, e baciole le mani. D'Avignone, alli 4 di maggio, 1638.
CLIV.
Giuseppe Rossi al cav. Cassiano del Pozzo.
In virtù di quella promessa che ho fatto a V. S. ill., e che a me serve per espressa legge, ho procurato di darle questo gusto di cercar per fin dove ora sono comparso, ma non ho trovato altro che la Cavalcata di Clemente(198) con la sua entrata in Ferrara, dispiacendomi al vivo non aver per ancora ritrovata l'entrata di Marco Antonio Colonna; e tanto più mi dispiace, che avendo io trovato un studio di stampe in Parma di valuta di 300 scudi, avendone fatta una balla per mandare a Roma, arrivata in Bologna, avendone avuto spia il sig.
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