Cardinal S. Croce, che stava in pratica d'averlo, tutta la detta balla m'ha levato, che certo capitando a Roma V. S. ill. avrebbe visto cosa di suo gran gusto. Spero nondimeno con la mia diligenza di ritrovare quanto desidero, che poi ella ne resterà satisfatta. Converrà che si compiaccia accomodarsi col tempo, mentre avvisandole d'aver inviato due balle, ed un'altra di certo s'invierà, queste non s'apriranno senza la sua presenza, e sarà di corto, sperando in Dio che ci rivedremo. Viva contenta, e le prego per fine dal Signore il colmo d'ogni contentezza. Pesaro di ritorno da Venezia, li 24 maggio, 1634.
CLV.
Pussino al Comm. Cassiano del Pozzo.
Potrebbe essere che ella mi stimasse importuno e impertinente, poichè, dopo aver ricevute tante cortesie di casa sua, quasi ogni volta che io le scrivo devo dimandarne qualche ricompensa. Ma giudicando che quel che ella mi ha fatto è stato perchè ell'è dotata di buona, nobile e pietosa natura, mi sono assicurato ancora questa volta di scriverle questa presente, non potendo io medesimo venire a salutarla per amor d'un'incomodità che m'è intervenuta, per supplicarla di tutte le mie forze d'aiutarmi in qualche cosa, avendone di bisogno tanto, perchè la più parte del tempo io sono infermo, quanto che io non ho nessuna entrata per vivere che il lavoro delle mie mani. Ho disegnato l'elefante, del quale (perchè m'è paruto che V. S. ill. n'aveva qualche desiderio) gliene farò un presente, essendo dipinto con un Annibale montato su, armato all'antica.
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