L'opera è ricca di figure maggiori del naturale. È vero che, fatto questo, potrò alquanto respirare, e pigliar un poco di tempo per servire il mio riveritissimo padrone: le notti per l'avvenire saranno lunghe, e spero con quel mezzo poter far almeno qualche disegno delle cose che dipingerò per farne parte a V. S. ill., perchè altrimenti crederei non aver fatto nulla. Usi dunque, la supplico, verso di ma quella cortesia e pazienza sua solita, affinchè ne resti io consolato. L'assicuro che il sig. de Noyers la riverisce ed onora sommamente, dico questo di buona parte: prego Dio che la renda felicissima, e mi doni grazia di riverirla a casa sua.
Monsù de Chantelou e Cambrè le fanno umilissima riverenza. Parigi, 6 settembre, 1641.
CLX.
Niccolò Pussino al Commendatore Cassiano del Pozzo.
Creda pure V. S. ill. e reverendiss. ogni volta che pongo la mano alla penna per scriverle, sospiro e mi arrossisco, e mi disturbo tutto non per altro, se non perchè mi ritrovo qui inutile servitor suo. È vero che il giogo che mi son messo sopra il collo m'impedisce esercitare il debito e l'affezion mia verso di lei, ma spero scuoterlo presto per servir in libertà ancora una volta al mio caro signore e padrone. Senza intermissione alcuna lavoro quando in una cosa, e quando in un'altra. Sopporterei queste fatiche volontieri, se non fusse che quell'opere che vorrebbono molto tempo, bisogna sbrigarle in un tratto. Giuro a V. S. che se io stessi molto tempo in questo paese bisognerebbe ch'io diventassi uno strapazzone come gli altri che ci sono.
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