Aggiunse a questo, che il cardinal Barberino n'aveva scritto al cardinal Mazzarini. Sentite queste nuove, pregai istantemente il sig. de Chantelou di scriverne a V. S.: mi promise di farlo, e credo che la sua lettera giungerà costì prima di questa. Tornerò dunque a dire, che dopo aver trattato segretamente il suddetto negozio del padre Ferrari con l'istesso de Chantelou, e datogli ad intender ogni cosa, lo pregai di pensare qualche mezzo di farlo gentilmente intendere al signor de Noyers senza che nessun altro lo sapesse. Questo si trattò alli 12 di questo, et al 15 del medesimo il detto Chantelou mi disse che vi era buona disposizione. Gli diedi dunque in mano quanto ella mi aveva mandato (eccetto la lettera di V. S., che feci copiare senza nome) acciò fossero informati più a pieno del fatto. Subito che ne averò qualche altra nuova non mancherò a scriverlo, ma Dio voglia che gl'infiniti negozi, che hanno al presente, (perciocchè il Re si parte alli 25 di questo mese per il viaggio della Catalogna) non li occupi in maniera che non possino volger gli occhi alle cose più curiose. Io ho fatto quanto ho potuto in tanti mesi per far spedire il privilegio del libro dell'Angeloni, ma la mia sollecitudine non ha potuto tanto; tuttavia credo sicuramente che sarà per il primo ordinario; io dico questo acciò ella sappia la difficoltà che v'è a fare spedire il minimo negozio. Il sig. de Chantelou ha messo in capo al sig. de Noyers di pregar V. S. illustriss. di permettere che li suoi Sette Sacramenti siano copiati da un pittore che io devo (dice egli) nominare.
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