Ma, sia come si voglia, se il disegno che feci nell'animo mio nel venir qui, non mi riesce del tutto, n'avrò fatto sempre una parte, et il viaggio mi sarà stato ben pagato. Ebbi l'altro giorno una lettera di monsù de Noyers, dove mi mandava a dire che il re consentiva (perchè prima che partissero mi ero lamentato degl'impieghi, dove mi facevano quasi perdere il tempo) che dopo aver posto un ordine generale alla galleria grande, commettesse sotto di me monsù Lemer amico mio, del quale V. S. ha non so che quadretti di ruine, acciò io potessi liberamente attendere alla fattura de' disegni e delle pitture de' Sette Sacramenti per servire a far le tappezzerie regie. Non so se questo verrà ad effetto. Si vede bene in questo che sono come quelli animali, che per dove uno passa, tutti gli altri vogliono passare.
Ho un gusto particolare della risposta data da V. S. a monsù de Chantelou, toccando il copiar de' suoi quadri. Perchè io son buono a innovare, e non copiar le cose già fatte una volta da me. Di là si può giudicare facilmente della lor furia in ogni cosa, perciocchè s'mmaginano con questo mezzo di avanzar molto tempo: insomma sta molto bene che V. S. li abbia solo. Scriverò nella prima comodità a monsù de Chantelou che faccia ricordare al sig. de Noyers del negozio del P. Ferrari. V. S. m'iscusi se le sono così molesto, e se mi piglio questo ardire di scriverle con questa familiarità, essendo un signore che devo riverir sommamente, ma non potendomi confidar con nessun altro, mi lascio correre in questo fallo.
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