Ho scritto al sig. de Chantelou del negozio del padre Ferrari, dei libri del Ligorio, e di altre cose, delle quali il suddetto m'ha promesso di pigliarsi cura. Dalla parte mia non mancherò di far sempre quello, che sarà del debito mio, tanto quanto si estenderanno le mie debolezze, ec. Parigi, 18 aprile, 1642.
CLXIX.
Niccolò Pussino al Comm. Cassiano del Pozzo.
Non è certo necessario, come V. S. illustriss. mi scrive per la sua del 12 aprile, che ella si metta in pensiero per sollecitarmi a dar compimento all'operetta per lei cominciata, mentre posso accertarla di non avere avuto in vita mia cosa da fare che mai abbia dato tanto d'inquietudine, come di vedermi impedito, quando coll'importunità e impazienza di questi signori, e quando con la difficolà della stagione, il compimento di una cosa di già tanto tempo cominciata et aspettata. Ma, coll'aiuto di Dio, l'ho condotta a fine; e se non fusse la difficoltà di inviarla, che mi dà nuovo fastidio, non mi curerei del resto, sapendo molto bene che V. S. non dubita del gran zelo ch'io ho di aggradirle. Sono stato più volte da monsù Carlo, e finalmente, avendolo ritrovato, gli dissi che V. S. aveva parlato col padre Mazzarini(205), e che il detto padre l'aveva assicurata che, parlandogli da parte di V. S. l'averebbe servita. Il detto Carlo con un viso assai simulato disse = Sebbene non ho l'onore di conoscere particolarmente il sig. cavaliere del Pozzo, per il merito suo volentieri lo servirò, ma il cardinal mio non essendo in Roma, non vi è per adesso occasione di mandar costì roba veruna; ma lasciatevi rivedere = Questa è la risposta, che ne ho avuta.
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