Ho pensato di non mandare a V. S. i disegni, che mi ritrovo fatti, con questa occasione, tanto perchè non ho potuto cavare ancor dalle mani di monsù Melan(208) due de' principali, come non mi è parso bene mettere ogni cosa in pericolo per una via istessa; spero bene mandargli presto; ed aspettando, più crescerà il numero; e monsù Stella, amico mio, essendo di presente in Leone, mi servirà in questo negozio, e facilmente li farà capitare a V. S. col mezzo di qualche corriero, per essere cosa facile a portare. Scriverò a V. S. più a pieno quando sarò per inviarglieli, dandole i contrassegni d'ogni minima cosa. Se la buona fortuna farà capitare il detto quadretto in mano di V. S. la prego con ogni affetto di gradirlo, come divotamente glie lo dono, non essendo in questo atto altro di considerabile, che la mia buona volontà, non stimando che sia cosa degna, non più che l'altre cose ch'ella tiene del mio, l'esser in mano di persona di tanto merito e cognizione. Intanto la riverisco di tutto cuore baciandole riverentemente le mani.
Dubito che gl'intrichi nati da qualche tempo in qua in questa corte non siano causa di ritardare gli effetti delle promesse fatte al padre Ferrari. Di Parigi, 22 maggio, 1642.
CLXXI.
Nìccolò Pussino al Comm. Cassiano del Pozzo.
Avendo di già coll'ultime mie del 22 maggio scritto a V. S. illustriss. di aver consegnato in mano di monsù Carlo, maestro di casa dell'eminentiss. cardinal Mazzarini, la cassetta con li due quadri, secondo che per due consecutive di V. S. n'avevo avuto ordine, nulladimeno essendo arrivate a tempo le sue delli 3 maggio, per le quali V. S. dimostra di stimar meglior mezzo quello che le avevo proposto, cioè d'inviargliela per un corriero, l'ho subito ritirata di mano del suddetto Carlo, tenendola presso di me fino a tanto che V. S. m'abbia scritto a qual corriero s'abbia da consegnare la cassa in Lione.
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