Con questa occasione ho trovato tempo di parlargli del desiderio che io aveva di tornare in Italia, acciò potessi condur meco la moglie in Parigi, ed avendo egli sentite le ragioni che mi portavano al desiderio di tal cosa, m'ha subito conceduto di far quello ch'è della mia intiera sodisfazione, con un'amorevolezza incomparabile, con patti però di dar tal ordine alle cose cominciate da me, che non restassero in dietro, e che io tornassi qui in Parigi la primavera vegnente, di maniera che mi vo disponendo per il viaggio, il quale speriamo di cominciare al principio di settembre prossimo. Ma di questo, avanti di partire, spero scriverne a V. S. alla lunga. Le dirò solamente però adesso, che le diligenze che V. S. mi scrive di fare per l'invio della cassetta de' quadri, non si possono più effettuare, imperocchè ella è stata consegnata in mano d'un corriere fidato, il quale la deve aver consegnata in mano di V. S. avanti che questa presente le sia data. Bene è vero che l'editto, ch'è stato fatto in Roma, seconda ch'ella mi scrive, per il soggetto del contagio, che dicono essere in Leone, mi fa molto maravigliare, perciocchè qui non se n'è parlato in nessun modo; e se fosse vero, il re al suo ritorno di Perpignano non si sarebbe fermato ivi per tanti giorni; ma con tutto questo sospetto non dispero del buon successo dell'incominciato negozio. Poi dalla mia parte farò ogni diligenza a me possibile, acciocchè ogni cosa vada bene; il resto lo lasceremo in man d'Iddio. Ringrazio infinitamente V. S. della cura ch'ella si prende di me e di casa mia.
| |
Italia Parigi Parigi Roma Leone Perpignano Iddio
|