Di Parigi, 18 settembre, 1642.
CLXXVIII.
Pietro Berrettini al Comm. del Pozzo.
L'onore che V. S. si è degnata farmi di scrivere una sua lettera in raccomandazione di questo Ferdinando, lo stimo singolarissimo per essersi degnata comandarmi, ma reputo a mia disgrazia che avendolo proposto ai capi di galleria, m'hanno risposto che i luoghi che sono per vacare sono promessi da cinque in sei anni innanzi, ed i raccomandati sono dieci, sebbene io intesi dal sig. Gio. Carlo, (mentre mi faceva mostrare i lavori di pietre) che voleva ritenere i migliori, e licenziare gli altri per sminuir quelli che vi sono. Sento mortificazione in non poterla servire per compensar in parte a tanti obblighi che tengo con V. S. ill. Io sto sbrigando l'opera, che di già è a bonissimo termine circa il fresco. A novembre sarò costì a riverirla di persona: pertanto la supplico a volermi onorare de' suoi comandi, e me le ricordo obbligato servitore. Io sto in casa del sig. Michelangelo Bonarroti(211), il quale riverisce V. S. ill., e si è compiaciuto di scrivere qui sotto questi due versi. E le prego, ec. Di Fiorenza, gli 11 giugno, 1641.
Michelagnol Bonarroti, favorito dalla cortesia del sig. Pier da Cortona, che si degna posare nel suo disagiato alloggio(212), fa devotissima reverenza all'illustriss. sig. cavalier del Pozzo, e non si rappresentò mai a ricordarsele qual le vive servitor di moltissimo obbligo, e se ne scusa, per non esibire chi già tanti anni è vissuto, benchè inutilissimo, tale quale viene ora al suo cospetto su l'angolo di questa carta, desiderosissimo de' comandamenti di sua sig. ill., perchè è ancor vivo, o semivivo, perchè vivo non sa se fu mai, o per tale creduto.
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