CLXXX.
Pietro Berrettini al Comm. del Pozzo.
Ringrazio infinitamente V. S. ill. della lettera che mi ha fovorito la settimana passata di mandarmi insieme con quella del sig. Michelangelo Bonarroti, a cui la detti subito, e ne mostrò grandissimo piacere. Le resto obbligatissimo dell'avvertimento di far disegnare i leoni(213) con gli altri animali, poichè per mera trascuraggine non ci avevo pensato. Il sig. Girolamo Tezio di già m'ha mandati alcuni disegni della sala del sig. cardinal Barberini, e, per quanto mi accenna, di già li fa intagliare. Ho inteso che uno ne fa il Greuter(214), il quale è buono. Gli altri non so come li abbia spartiti, acciò possa essere uniforme coll'opera tutta insieme. Circa l'opera del P. Ferrari io ne sono informato, e dubito che tenga il piede in più staffe, e credo che cerchi quello che possa far maggiore spesa, nè compirla per esserci molti pezzi da intagliare. Il Granduca(215) è principe molto accorto, e questo è negozio da esser trattato con molta destrezza; e venendo la congiuntura, io sebbene poco atto, lo farò nel modo che V. S. ill. mi accenna. Me le ricordo obbligassimo servitore, e starò attendendo l'onore de' suoi comandi ec. Di Firenze, li 17 agosto, 1641.
CLXXXI.
Pietro Berrettini al Comm. del Pozzo.
Non ho voluto lasciar passare il santo Natale senza riverire V. S. ill., al quale tengo tanti obblighi. Le prego pertanto da nostro sig. Iddio quelle felicità che sa desiderare. Pur tuttavia sto tirando avanti l'opera di S. A.(216), e fra due mesi averò finito il fresco della prima stanza, per poter poi preparare la seconda; e frattanto che io mi trattengo qua, averò per favore di esser onorato de' suoi comandi, ec.
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