Di Fiorenza, 20 dicembre, 1644.
CLXXXII.
Pietro Berrettini al Comm. del Pozzo.
Ringrazio infinitamente V. S. ill. della lettera che mi ha favorita mandarmi; e tanto più le sono tenuto, quanto mi dà animo che io mi deva affaticare per corrispondere all'affetto che per sua grazia mi porta, sebbene l'informazione, che V. S. ill. averà avuta di quello ch'io opero qui, sarà di persona amorevole, e forse detta con troppa affezione(217), e tanto più affettuosamente sentita da V. S. ill., a cui sono tanto obbligato per i favori che m'ha compartiti; e sarebbe compito il mio desiderio, se succedesse il caso che io potessi servire V. S. ill. in queste parti di persona, come mi accenna, poichè non mi posso scordare dei salutiferi consigli e favori che ho ricevuti in tutte le mie occorrenze, ec. Firenze, 15 gennaro, 1645.
CLXXXIII.
Il medesimo al Comm. del Pozzo.
Coll'occasione delle feste del santo Natale, le quali le desidero da Dio colme d'ogni felicità, vengo a riverirla com'è mio debito, e ricordarmele servitore obbligatissimo per tanti favori ricevuti. Io mi devo accusare di non aver ubbidito così puntualmente ai consigli di V. S. illustrissima nell'astenermi dalle cose dell'architettura, ma la congiuntura è stata tale che non ho potuto dire di no. Mi trovo aver finito un modello di una chiesa dei Padri della Chiesa Nuova di qui; e già è incamminata(218) la fabbrica. Conosco che da ciò è provenuto il ritardo di non aver finita la stanza di S. A. prima d'adesso. In questa, che ora comincio, ho mezzo fatto voto di non voler intrighi, poichè mi son ricordato molte volte del salutare consiglio di V. S. ill., ma ai padroni non ho saputo dire sempre di no.
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