Nè restandomi altro che pregarvi a darmi spesso notizia di voi e di qualche altra cosa, succedendone intorno a dette opere, ed ora della ricevuta di questa, mi vi offero e raccomando di continuo. Dio vi guardi. Di Verona, il dì 15 di giugno, 1570.
IX.
Martino Bassi a M. Andrea Palladio, Jacopo Barrozzi, Giorgio Vasari, e Gio. Batista Bertani.
Io non avrei ardire di far molestia a V. S. con mie lettere, se la bontà dell'animo, che io odo essere in lei pari al valore, non m'assicurasse ch'ella non solo mi riceverà ed ascolterà volentieri, ma col venirmene a lei positivamente mi farà dono della sua grazia, la quale per la buona fama sua, gran tempo è che desidero. Onde da lontano l'onoro e lo riverisco con ogni affetto, e merito che V. S. mi tenga per suo divotissimo ed affezionatissimo servitore. E così la prego caramente che faccia da oggi innanzi, comandandomi sempre alcuna cosa, in che io possa mostrarle l'amore e riverenza che le porto. Appresso la supplico che non le gravi di leggere e considerare maturamente i pareri che le mando alligati, e darmene il suo fondatissimo giudizio, riprendendomi o facendomi favore alla libera, in quel tanto che le parrà ch'io meriti uno o l'altro, chè di tutto rimarrò appagato ed obbligatissimo verso la sua cortesia. E quivi resto, basciandole le mani. Di Milano.
Segue l'allegato relativo alla disputa.
Due architetti in diversi tempi hanno ghiribizzato sopra un pezzo di marmo, il quale dovrà servire ad un tempio di Milano. Di questi loro capricci ed opinioni fanno indicio i disegni che si mandano.
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