Ma con V. S. non mi par di tacerlo, sottoponendolo al suo più maturo e più savio giudicio. Il parer mio sarebbe uno di due, che, dato e non concesso, che si potessero dimostrare i piani delle opere, che hanno il luogo loro superiore agli occhi nostri, io (perchè molti in ciò s'hanno preso licenza) per incorrere in minor errore, tirerei una linea dal primo orizzonte al mezzo dell'opera, equidistante alla linea piana, e dal secondo orizzonte ne lascerei cadere un'altra a piombo, e nell'intersecazione d'essa due linee, che accade nel mezzo del marmo, costituirei un solo orizzonte per tutta l'opera, levando via gli altri due, e con questo e con la prima distanza di braccia 16 m'intenderei di rassettare, o rimediare almeno il tutto, allungando il primo piano fino che incontrasse la linea del fondo del marmo; talchè esso piano sarebbe col primo continuo in superficie, e mostrerebbe digradato addentro braccia sedici, e leverei via lo smusso e l'uscio in iscorcio, rastremando la panchetta ed il cortinaggio, ed altri accessorj.
Ciò facendosi, quest'opera non verrebbe ad avere due orizzonti, ma un solo, nel luogo più alla verità vicino; non due distanze, ma una sola in luogo accomodato; non un piano ed uno smusso, che sono interrotti e forman angolo, ma un solo piano rettilineo; nè finalmente una parte di detta opera sarebbe retta da un orizzonte e l'altra da un altro, ma il tutto da un solo com'è dovere e come l'arte domanda, facendovi più ornamenti convenienti, come variamente vi si posson fare.
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