Per lo che mi pare che quelle due figure, sì povere e sole, sieno due tocchi d'anguille in un tegame. Però con l'ingegno vostro, siccome avete saputo rilevare altrui quello che non vi piaceva, potrete ancora far di più che non dico e desidererei, poichè è opera di tanta importanza, ed in così celebre tempio, come odo. Se io non sapessi il valor vostro quale sia, ancorchè io sia occupatissimo nelle opere di S. S., avrei anch'io in questo vostro garbuglio sopra ciò alcuna cosa fatto; ma basta, che mi piace il modo di racconciare il secondo disegno col terzo vostro, ed il capriccio del quarto non mi dispiace, purchè si fugga il travagliar l'occhio, il quale, offeso che è, fa che il cuore non dia aiuto alla lingua, che ragioni di modo che si resti contento.
Della pianta del tempietto ed altro che voi dite, non è dubbio che è meglio l'ordine e disegni vostri; e credo che altri di valore v'abbiano detto sopra abbastanza; perciò mi rimetto al giudicio di essi, e di coloro, i quali tutti credo che ne sappiano assai più di me. Restami a dirvi che le occupazioni per conto della grand'opera del papa mi han fatto parer tardo nel rispondervi, e nel ragionare così sobrio sopra le vostre dimande, però vi dovrà bastare quanto vi scriverà l'accademia. Mi partirò l'ultimo dì di settembre per istare questa vernata con S. S. in Roma. E con questo faccio fine, dicendovi che qua e là sarò sempre Vostro.
XIV,
Giovan Batista Bertani(242) al signor Martino Bassi.
Ho ricevuta la lettera di vostra signoria dei 6 dicembre del 70, per la quale ho mandato i suoi disegni, com'ella m'impose a M. Pompeo, e mi dolgo molto a non avere più per tempo potuto dare soddisfazione a V. S. e ciò è causato per la lunga e disperata infermità mia, per la quale al presente mi trovo anche poco atto a scrivere stando nel letto, e con mio grandissimo incomodo.
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Roma Vostro Batista Bertani Martino Bassi Pompeo
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