Mi doglio di questi tempi che per avventura vi faranno più difficoltà che non bisognaria ad averne buono e giusto premio. Attendete a star sano. A' 12 di marzo, 1532, di Vinegia.
XXV.
Pietro Bembo a Papa Clemente VII.
Questi dì passò per qui Valerio intagliatore con la sua famiglia, con la quale egli va a Vicenza per istarvi, a fine di poter con più ozio ed agio intendere alla promessa fatta a V. S. della cassetta, ed ha buono animo di far belle cose. E perchè in un cristallo piccolo di forma ovale, che sarà nel mezzo della fronte di detta cassetta, egli vorrebbe scolpire il volto di V. Santità, naturale e proprio quanto egli far sapesse, mi ha pregato ch'io la supplichi ad esser contenta di farsi ritrarre ad alcun pittore in carta e in minore spazio che si possa, e darlo a messer Vettor Soranzo camerier suo, che mel mandi. Ella si degni compiacernelo, ecc. A' 10 di marzo, 1530, di Padova.
XXVI.
Pietro Bembo a messer Girolamo Quirino.
Io amo assai il reverendissimo mons. di Torcello, e desidero grandemente ogni onore ed esaltazione sua... (251) Mi resta a dirvi che 'l vostro e anco nostro M. Tiziano è qui, il qual dice avervi una grande obbligazione in ciò che voi siete stato causa che egli è venuto a Roma, che con le vostre amorevoli parole l'infiammaste a pigliar questo cammino, del quale si trova tanto contento, quanto egli non basta a dire. Ha veduto oggimai tante belle cose antiche, che il fanno sopra modo maravigliare e rallegrarsi d'esserci venuto. Il signor duca d'Urbino li ha usate molte amorevolezze, tenendolo e conducendolo seco infino a Pesaro, e poi mandatolo qui con sue ottime cavalcature e compagnia, di maniera che egli confessa esservi grandemente obbligato.
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