Di Venezia.
XXXVI.
Federico duca d'Urbino e conte di Montefeltro alla Repubblica di Siena.
Magnifici et potentes Domini, fratres carissimi.
Io ho qui alli servizi miei Francesco di Giorgio, vostro cittadino e mio dilettissimo architetto, quale desidera fosse messo in quello magnifico reggimento, perchè così ricerca l'ingegno, bontà, prudenza e virtù sue: pertanto prego quelle vostre magnificenze che loro piaccia di eleggerlo a ciò, ed a numerarlo con li altri dello stato, che da quelle lo riceverò in singolare piacere, come più ampiamente riferirà il vostro magnifico ambasciatore per mia parte; e rendersene certe le signorie vostre, che se io non fossi certo che di lui non si può sperare altro che bene, fedeltà ed utile dello stato, io non la metteria, nè pregaria per lui. E mi sarà tanto grato quanto cosa che per uno tratto io potessi ricevere dalle prefate S. V., alle quali mi offero e raccomando. Ex Durante XXVI Iulii, 1480.(255)
XXXVII.
Alcuni amici di Baldassarre Peruzzi alla signoria di Siena.
Magnifici e spettabili signori, Alcuni cittadini, desiderosi dell'onore ed utile della città nostra, con debita ed umile riverenza a V. M. S. ricordano esser cosa molto laudabile ed utile in la città ampliare e condurre tutte le arti, ed ai ministri di quelle sempre con qualche poca provvisione sovvenire come cosa per gli antichi usitata. Essendo adunque oggi in Siena maestro Baldassarre Senese, e servitore di V. S. M., e considerato in lui essere più virtù, ed una principale di architettura, e si può dire unico in Italia disegnator grande, e pittore tale, che, possendolo fermare in la città nostra, giudichiamo sarà cosa molto utile al pubblico e comodo al particolare, e causa di fare molti maestri di tali arti, e di dare onore e nome alla città vostra nelle altre città. Pertanto con decenza ricordano alle magnifiche signorie vostre si vogliano degnare per li loro opportuni consigli fare deliberare che al detto maestro Baldassarre sia fatta una provvisione di danari annuali di quel tanto che al consiglio parrà, acciò che esso messer Baldassarre possa qua fermarsi, e lui e sua famiglia nutrire; la quale provvisione ottenuta, come speriamo, sarà causa di grandissimo frutto in la città nostra, come V. S. ben possono pensare al tutto; alle quali umilmente si raccomandano.
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