Che l'altissimo Iddio le preservi in pacifico e libero stato. Di Siena, 1527.(256)
XXXVIII.
Pellegrino Cavedone ai Reggenti della Comunità di Sassuolo.
Magnifici signori, Desiderando che Giacomo mio figliuolo impari l'arte della pittura, nella quale già si conosce dover fare una buona riuscita, quando gli sia insegnata da qualche valentuomo, e, dall'altro canto, vedendomi così povero, che non potrei mantenerlo fuori di Sassuolo delle cose necessarie al vitto, senza l'aiuto d'altri, supplico umilmente le siggorie vostre con detto mio figlio, che, come padri della patria nostra, vogliano soccorrerci d'aiuto bastevole a mandarlo in una Bologna per due o tre anni, per impararvi la detta arte. E se ciò faranno, come speriamo dalla loro benignità, oltre il pregar Dio per esse, ci sforzeremo parimente di corrispondere con altrettanta gratitudine a così gran beneficio, ed a molti altri che abbiamo ricevuti da questa magnifica comunità, alla quale Cristo Signor nostro conceda ogni vero bene(257).
XXXIX.
Gabriele Bombaso a Giorgio Vasari.
Eccellentissimo signor mio osservandissimo, Ieri fui a visitare messer Prospero Clementi, che per alquanto di febbre flemmatica si sta in letto, e mi mostrò il libro delle Vite scritto da V. S., che dui dì innanzi, e non prima, gli era pervenuto alle mani. E perchè si doleva assai di essere indisposto per non poterla ringraziare della menzione che fa di lui, lo pregai a lasciare a me questa cura, sebbene V. S. non mi conosce; e benchè egli ricusasse assai per non mi dare fatica (che è discretissimo) non di meno alla fine se ne contentò. La ringrazio dunque in suo nome, e le certifico che questo ufficio non può esser fatto nè da me, nè da altri con tanto affetto ad esprimere la gratitudine sua verso di lei.
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