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      Leggesi nel fregio, che la circonda, che fu ordinata da certo canonico Stefano de Venusta, ed eseguito nel 1489 dal Malacrida, che scrisse: Ego Ioannes Petrus de Malacridis pinsi.
      Fioriva un mezzo secolo prima Girolamo Mazzoni, nativo di Talamona, che essendosi recato a Venezia per farvi i suoi studi, sappiamo che fu concorrente di Iacobello del Fiore, sebbene siasi ostinato a non abbandonare l'antico stile, facendo le figure diritte ed in punta di piedi, la quale goffa maniera era da molti preferita a quella di coloro che cominciavano a dare maggior movimento e rilievo alle figure. Si conserva tuttavia nella scuola di s. Clara di Venezia una tavola d'altare con parecchi santi, fatta del 1429.
      Contemporanei del pittore Malacrida erano Bernardino e Tommaso Roderi, forse fratelli, e nati, a non dubitarne, in Marogia presso Ardenno. Del primo conservasi in Mazzo la porta maggiore della chiesa di S. Stefano, tutta di marmo finamente lavorata, con piccole figure e fiorami di basso-rilievo; in un pilastro della quale si legge: Hoc opus complevit Bernardinus de Marosia; e nell'altro l'anno 1505. Di Tommaso abbiamo nella cattedrale di Como l'altare dedicato a s. Lucia, tutto di marmo bianco, con i Misteri in basso rilievo della Passione di Gesų Cristo.
      Gottardo Scotti fu non ignobile pittore valtellinese del XV.° secolo; e tale lo dimostra una tavola in legno che conservasi nella chiesa di s. Maria in Mazzo, a pič della quale leggesi: Gotardus de Scotis de Mello, pinsit.
      Anche Domenico Ricci, detto il Brusasorci, checchč ne abbiano detto il Ridolfi e l'Orlandi, appartiene alla nostra patria, siccome colui che nacque in Chiavenna dalla cospicua famiglia Ricci de' Brusasorci.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' pių celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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