La chiesa è divisa in tre navate, ed è lunga braccia cento quarantaquattro, e larga braccia trentasei, non contando le cappelle, e la croce è larga sessanta braccia. Sedici colonne, sette per ogni parte, dividono le navate, e sostengono gli archi, fatti a porzione di circolo, ricorrendo intorno a tutta la fabbrica un fregio ed architrave della medesima pietra di cui sono formate le colonne; e sopra l'architrave apronsi vaste finestre, con cornice pure di pietra, che quasi toccano il vaghissimo palco di legno, ricco di rabeschi dorati e rosoni. S'innalza in mezzo alla croce la vasta tribuna, sopra quattro maestosi archi, di cui non può vedersi più elegante e regolare forma. Mi era dimenticato di dirle, che tutto l'interno è di ordine corintio, che le foglie d'acanto dei capitelli sono così finitamente lavorati come se dovessero essere veduti da vicino, e che le colonne uniscono la sveltezza alla solidità.
Tra le cose di scultura mi ristringerò a ricordare i due Amboni, collocati sotto i due primi archi della navata principale, sostenuti da quattro piccole colonne di marmo di vari colori, i quali ricchissimi sono di bassi rilievi, e figure tutte staccate, di bronzo, che si dicono fatte coi disegni di Donatello dal suo allievo Bertoldi. E perchè non furono tutti (non saprei dire per quale ragione) condotti di bronzo, ne vennero fatti molti di legno, che difficilmente si distinguono, a qualche distanza, dai primi.
Fra la sagristia e l'annessa cappella vedesi una maravigliosa urna di porfido, sostenuta da quattro zampe di leone in bronzo, stupenda opera di Andrea Verrocchio; sebbene per alcuni rispetti sia vinta in bellezza dall'altro sepolcro fatto da Donatello, che sta in mezzo alla sagristia.
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