Siamo stati a vedere le antichità quanto ha patito il tempo.
Il venerdì santo di notte, venendo il sabbato, a ore 3 morse il gentilissimo ed eccellentissimo pittore Raffaello di Urbino con universal dolore di tutti, e massimamente del dotti, per li quali più che per altrui, benchè ancora per li pittori ed architetti, egli stendeva in un libro, siccome Tolomeo ha isteso il mondo, su gli edifici antichi di Roma, mostrando sì chiaramente le proporzioni, forme ed ornamenti loro, che averlo veduto aría iscusato ad ognuno aver veduta Roma antica; e già aveva fornita la prima regione. Ne mostrava solamente le piante degli edifici ed il sito, il che con grandissima fatica ed industria delle ruine s'avea raccolta, ma ancora la faccia con gli ornamenti, quanto da Vitruvio e dalla ragione dell'architettura e dalle istorie antiche, ove le ruine non le ritenevano, aveva appreso, espressissimamente disegnava. Ora sì bella e lodevole impresa ha interrotto morte, avendosi invidiosa rapito il maestro giovane di anni 34 (deve dire 37), e nel suo istesso giorno natale.
Il pontefice istesso ne ha avuto ismisurato dolore, e nelli quindici giorni che è stato infermo, ha mandato a visitarlo e confortarlo ben sei volte. Pensate che debbano avere fatto gli altri. E perchè il palazzo del pontefice questi giorni ha minacciato ruina, talmente che sua Santità se ne è ito a stare nelle stanze di monsignor Cibo, sono di quelli che dicono, che non il peso delli portici sopra posti è stato di questo cagione, ma per fare prodigio che il suo ornatore aveva a mancare.
| |
Raffaello Urbino Tolomeo Roma Roma Vitruvio Santità Cibo
|