In appresso, nel novembre del 1528, in vista delle fatte opere, gli fu raddoppiata la provvisione.
(257) Ebbe uno scudo al mese per tre anni, col quale tenue assegno potè in età di 14 anni recarsi a Bologna.
(258) Il Quadrio pubblicò poscia molti anni dopo una appendice alle sue Dissertazioni intorno alla Valtellina, contenente più ampie e circostanziate notizie intorno ai pittori, scultori, architetti e musici Valtellinesi. La presente lettera, che suppongo inedita, mi venne comunicata MS. da ragguardevole personaggio, che possiede diverse scritture di quel dotto letterato, che dopo averne illustrata la storia d'ogni poesia, consacrò i suoi studi alla storia patria.
(259) Ho voluto riportare queste lettere perchè si riferiscono ad una delle più celebri opere di un nostro sommo architetto, intorno al quale non travasi verun cenno tra le lettere pubblicate da mons. Buttari, e perchè fu indubitata prova che ancora avanti il regno di Francesco I furono chiamati in Francia gli artefici italiani, e vi fecero egregie cose.
(260) Il tempio cui si riferisce la presente lettera è uno de' più maestosi e di più solida ad un tempo e ricca architettura, che abbia l'Italia. Il Palladio assistè a quest'opera con particolar cura ed affetto, e prima di morire ebbe il conforto di vederla quasi condotta fino al tetto.
(261) Francesco Serdonato fiorì in sul declinare del XVI secolo, ed è uno degli scrittori di Crusca. Lasciò varie opere stampate, la principale delle quali è forse la bella traduzione in lingua volgare della Storia dell'America del Maffei.
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