Che se Alessandro in diciotto giorni fabbricò una città in Scizia, non potrà un altro Alessandro far che in tre anni si fabbrichi un libro tale? Ma se pur la virtù di costoro sarà abbandonata dalla fortuna dei Principi (il che non fia nè nuovo, nè maraviglioso) non si mancherà perciò che quel poco, che da costoro si può far, non si faccia. Essi leggeranno, rivedranno, avvertiranno le cose di Vitruvio, e quel giovamento faranno al mondo che eglino potranno per sè stessi fare; e spero che ogni animo ragionevole piuttosto gli ringrazierà di quel poco che averanno fatto, che gli voglia incolpare, perchè non hanno finito tutto il disegno loro, non potendo far più. Restate felice, e comandatemi se io son buono per servirvi. Del conte Giulio è gran tempo che io non ho nuove, e pur desidero averle, perchè l'amo molto. Di Roma, ai 14 di novembre, 1542.
II.
Annibal Caro a M. Giorgio Vasari.
Il mio desiderio d'aver un'opera notabile di vostra mano è così per vostra laude come per mio contento, perchè vorrei poterla mettere innanzi a certi, che vi conoscono più per ispeditivo nella pittura che per eccellente. Io ne parlai col Botto in questo proposito con animo di non darvene fastidio se non quando vi foste sbrigato dall'imprese grandi. Ma poichè voi medesimo v'offerite di farla adesso, pensate quanto mi sia più caro. Del presto e dell'adagio mi rimetto a voi; perchè giudico che si possa fare anche presto e bene, dove corre il furore, come nella pittura, la quale in questa parte, come in tutte l'altre, è similissima alla poesia.
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