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      È ben vero che 'l mondo crede che facendo voi manco presto, fareste meglio, ma questo è più probabile, che necessario; perchè si potrebbe ancora dire, che l'opere stentate, non risolute, e non tirate con quel fervore che si cominciano, riescono peggiori. Et anco non vorrei che pensaste che io desiderassi tanto temperatamente una vostra cosa, ch'io non l'aspettassi con impazienza. E però voglio che sappiate che io dico adagio, cioè pensatamente e con diligenza, nè anco con troppa diligenza, come si dice di quell'altro vostro, che non sapeva levar la mano dalla tavola. Ma in questo caso io mi conforto che il più tardo moto che voi facciate, giugne prima che il più veloce degli altri. E son sicuro che mi servirete in tutti i modi, perchè, oltre che voi siete voi, conosco che volete bene a me, e veggo con quanto animo vi mettete particolarmente a questa impresa. E da questa vostra prontezza d'operare ho già conceputa una gran perfezione dell'opera. Sicchè fatela, quando e come ben vi torna, che ancora dell'invenzione mi rimetto a voi, ricordandomi d'un'altra somiglianza che ha la poesia con la pittura; e di più, che voi siete così poeta, come pittore, e che nell'una e nell'altra con più affezione e con più studio s'esprimono i concetti e l'idee sue proprie, che d'altrui. Purchè siano due figure ignude, uomo e donna (che sono i maggiori soggetti dell'arte vostra), fate quella istoria, e con quella attitudine che vi pare. Da questi due principali in fuori non mi curo che vi siano molte altre figure, se già non fossero piccole e lontane; perchè mi pare che l'assai campo dia più grazia e faccia più rilievo.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Secondo
di Autori Vari
pagine 396