Intanto il nuovo gran re d'Inghilterra si degni ricordarsi che il suo indegno pittore vive della memoria di esser servo d'un tanto alto e sì benigno signore, e spera per mezzo suo avere medesimamente acquistato la grazia della cristianissima regina sua consorte. La qual regina nostro Signore Iddio benedetto conservi insieme con vostra Maestà molti secoli felici, acciocchè felici si conservino i popoli governati e retti dalle sue sante e pie volontà.
X.
Gio. Lanfranco al sig. Antonio Galeazzo Fibbia.
Finalmente per non disgustare il signor cardinale Barberino son restato per far la tavola(11) di S. Pietro, la quale hanno determinato che si faccia a fresco. Mi han licenziato, e me ne volevo venire. Nel far questa tavola io non tratto se non col cardinale Spinola, il quale ha avuto questo ordine dal cardinale Barberino, e così dalla Congregazione. Cisiamo accordati per cinque mesi trecento scudi il mese anticipati. Solo il primo saranno 400, ed io fin per il saldo mi rimetto a quanto comanderà il signore cardinale Barberino, perchè questi sono a buon conto. Io ho dimandato che non voglio che nessuno entri nel mio ponte, sia chi si voglia, nè anco li cardinali; così tutti della Congregazione si sono contentati. Ho anco accettato a far un quadro grande per l'Ambasciatore di Spagna et una tavolina per il Contestabile di Havard, pura Spagnolo, e mi pagheranno le figure dugento scudi l'una; ma su le prime pareva loro strano; poi son venuti da loro. Però non ho da questi voluto danari a buon conto, perchè non son sicuro finirli in Roma, volendo, poi che fatta sarà la tavola, e poco altro, ritornare a casa per finire le opere che son obbligato, non mi mettendo conto finirle a Roma, dove si spende all'ingrosso; e io non posso fare parsimonia, nè ritirate.
| |
Inghilterra Signore Iddio Maestà Galeazzo Fibbia Barberino S. Pietro Spinola Barberino Congregazione Barberino Congregazione Ambasciatore Spagna Contestabile Havard Spagnolo Roma Roma
|