Guai a me, amico, se mi trovassi necessitato di avere ad esercitare il pennello per bisogno, che saria sforzato o di morir sotto il giogo, o di strapazzare il mestiere. Ma se voi mi domandate, in che spendo il giorno ne' mesi dell'inverno, risponderei: I giorni sereni in camminare solo come un pazzo, visitando tutte le solitudini di questo cielo; i giorni cattivi, serrato in casa a passeggiare come un forsennato, ovvero a leggere qualche libro, e sentire più che esercitare chiacchiere. Non passa settimana che non rimanga richiesto di pitture, a segno tale che da molti ne vengo straordinariamente ripreso; ma li lascio cantare, chè sa molto bene la mestola i fatti della pignatta.
Ma discorriamo di cose meno malinconiche. Questa mattina sono stato un paio d'ore col nostro signor Francesco, il quale abita vicino al mio quartiere. Stava concludendo un paese, e gli ho giovato in molte cose, conforme feci in un altro ai giorni passati. Li tengo sempre ricordato che si prevaglia di me in tutto quello che li farà di bisogno, poichè così mi vien comandato da voi. Il suo costume a me non dispiace; la vocazione nell'arte è sicura, ogni volta però che vorrà assiduamente applicarci, col contentarsi di non contentarsi. Vi saluta caramente, e dice di non ricevere vostre lettere, come il simile posso dire anch'io.
Le settimane passate fu da me il signor cavaliere Fabbroni con intenzione di trasferirsi a cotesta volta, ma poi s'è mutato d'opinione, e recita da Pasquella in alcune commedie che si fanno in casa del signor Contestabile, recitate all'improvviso da cavalieri.
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