Ma l'accidente della festa, che i signori Fiorentini sono stati necessitati di celebrare in deta chiesa per la canonizzazione di s. Maddalena de' Pazzi, m'ha sforzato a ripigliare il lavoro, e chiudermi in casa, ove sono stato un mese e mezzo in continove agonie, per trovarmi a tempo anch'io con la mia tavola alla lor festa. Quest'impegno m'ha tenuto non solo lontano dal commercio della penna, ma da ogn'altra cosa di questo mondo, e vi posso dire che mi son dimenticato insin di mangiare; ed è stata così ardua la mia applicazione, che verso il fine mi necessitò a star due giorni in letto; e se non mi aiutavo col vomito, per certa che la passavo male, mediante alcune crudezze accumulate nello stomaco. Però, amico, compatitemi, se per la riputazione del pennello ho trascurato al debito che dovevo a voi della penna.
Sono due giorni che lavoro intorno alla tela del s. Torpè: finita che sarà, ve ne darò subito avviso. Fra tanto vi prego a volermi bene, et a pensare di rivederci, non bastandomi l'animo di mandarla più alla lunga.
La signora Lucrezia, con non troppo buona salute, et Augusto il simile, vi salutano, e spiritano di rivedervi, e tutto giorno non si fa altro che rammentare gli accidenti di Strozzavolpe(15). Al sig. Fabbretti un bacio a mio nome, mentre vi abbraccio con tutta la mia anima. Di Roma, questo dì 11 ottobre, 1669.
Il Dottor Oliva vi saluta.
XVI.
Paolo Falconieri al sig. Conte Lorenzo Magalotti.
Ti promessi sabato di risponderti oggi con più agio, al particolare del quadro(16) mandato al Ser.
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