Iddio benedetto l'abbia raccolto, come spero. Scrivo a Rinieri per finezza, che per altro io trascuro volentierissimo i complimenti di condoglienza, parendomi che non servano che a riaprir le ferite che cominciano a saldare. Lasciamo i quadri da banda, sieno di chi si vuole; a me duole che non siano i miei, come credo che dolga anche a te. Circa poi a quello di Pippo, perchè tu non pensi d'avermi sminchionito colle tue fortissime ragioni, se io taccio, ti dico che i quadri degli autori antichi sono ordinariamente giudicati senza passione secondo il valor loro, e stimati più e meno secondo l'intelligenza e la dilettazione di chi li stima, o più o meno; ma quelli degli autori che vivono, si mettono sulla bilancia della passione propria; e quanto in quelli giova l'opinione dell'antichità, perchè un quadraccio di Tiziano si stimerà, benchè stroppiato; tanto nuoce in questi la presenza dell'autore. Dimmi un po', tu che stabilisci conclusioni sì certe, ti ricordi tu del quadro del Domenichino, ch'è a S. Girolamo della Carità? Egli adesso passa per uno de' buoni quadri di Roma; e Pietro da Cortona, che sai che lodava la gatta in questo genere, m'ha detto che quando egli l'espose, ne fu detto tanto male da tutti i pittori, che allora ne vivevano molti de' grandi, che egli per accreditarsi, essendo venuto di poco a Roma, ne diceva male anch'egli. La tribuna di S. Andrea della Valla è ella delle belle cose che sia qua a fresco(19)? e pure si trattò di metterci i muratori co' martelli, e buttarla giù, tanto era indegna quando egli la scoperse; e quando egli passava per quella chiesa, si fermava co' suoi scolari a guardarla, e stringendosi nelle spalle diceva loro: Non mi par poi d'essermi portato sì male.
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