Bergamo, li 30 settembre, 1665.
E faccia mille saluti all'ill. sig. Lodovico, ec.
XIX.
Ciro Ferri al sig. Lorenzo Magalotti.
Sento, come VS. illustrissima non ha ricevuto che tre mie lettere, del che ne resto maravigliato assai, mentre io ne ho scritte cinque a VS. illustrissima; ma bisogna che si perdano; e le lettere di VS. illustrissima io le ricevo per la posta di Milano, e non per quella di Venezia che è la più breve.
Mi è stato gratissimo l'avviso che quanto prima il signor Volterrano(21), ed il sig. Livio Meus sieno per aver le tele(22), ed io ancora avere la mia, mentre in questo ordinario ricevo una lettera del serenissimo principe Mattias, dove mi accenna di volermela far trasmettere. Per tanto supplico umilmente VS. illustrissima a volermi favorire di mandarmi nella stessa cassa che mi verrà la tela, lo sbozzo che ha VS. illustrissima del quadro.
Il sig. Redi è stato tanto a darmi la resoluzione del quadro, che non so se glielo potrò salvare, mentre un cavaliere Veneziano mi sta alle coste che lo vorrebbe. Basta, se non averà questo, gli farò la storia di Alessandro Magno. Oggi appunto ho fatta la testa del quadro del signor Altoviti, e quanto prima gliela voglio mandare.
VS. illustrissima desidera sapere sinceramente quanto tempo io mi ho da fermare in Lombardia. Le dico, che per compire l'opera che ho per le mani, ci vuole due anni e sei mesi, e un anno voglio stare a Venezia a studiare per vedere se posso fare schizzare gli occhi a chi mi vuol male, mentre dicono questi miei malevoli che io non so quello che io mi faccia in quanto al colorito.
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