Mi onori di ricordarmi servitore del signor Altoviti, e di nuovo mi rassegno. Bergamo, li 7 giugno, 1667.
Sentirei qualche nuova della cupola della Pace, se è finita.
XXIV.
Ciro Ferri al sig. Conte Lorenzo Magalotti.
Sono con la presente a pregare VS. illustrissima acciò si voglia degnare di far consegnare a Domenico Barbagli certi quadracci che impicceranno la casa di VS. illustrissima, quali sono due quadretti con entro due Azioni di Ercole, ed un altro maggiore con un Bagno di Diana, ed un altro abbozzetto con una Madonna, e certi altri santi di sotto, ed un'altra teluccia con un Cignale. Io intanto non ho scritto prima a VS. illustrissima, e fatto il mio debito con rassegnarmele umilissimo servo, conforme ho professato, e professo di esserle, quanto che sentii dire che VS. illustrissima era restata indietro, e che non era venuta col serenissimo principe a causa di qualche poca indisposizione; ma l'altro giorno ebbi fortuna di riverire il signor Paolo Falconieri, il qual mi disse che VS. illustrissima era in Firenze, e però ho pigliato l'ardire d'incomodarla, mentre presentemente faccio venire a Roma un gran quadro che ha in mano il signor Leopoldo(27) di camera del serenissimo granduca, così mi voglio servire della cassetta medesima, dentro alla quale viene il grande, per risparmiare la spesa, con metterci dentro anco li piccoli; con che, per fine, supplicando VS. illustrissima de' suoi bramati comandi, le faccio umilissima riverenza. Roma, li 26 aprile, 1670.
XXV.
Livio Meus al signor Ciro Ferri.
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