Circa il disegno, in generale c'è qual cosa da dire; in particolare, nella figura del Cristo che sta a sedere, ci trovo delle cose che a ogn'intendente daran più fastidio che ogn'altra cosa. Per il tutto insieme stimo che ciascheduno professore, che non totalmente sia privo del buon gusto, lo stimerà un bonissimo quadro, e si conosce benissimo che questo quadro è stato fatto nel medesimo tempo di quando fioriva la migliore scuola del colorito veneziano. E se prima al buio dubitavo del Palma Vecchio, ora al lume l'escludo affatto, e senza dubbio; poichè il tocco del pennello, ed il forte colorito pare dello Schiavone; ma, per l'altre particolarità che ci trovo, piuttosto lo giudico di Giorgione; e se non è di Giorgione, lo stimo di Tiziano. Se non sarà giudicato originale, dico che non può essere, se non stato copiato sotto i lor occhi, e che poi un de' due maestri di lor propria mano l'abbiano rivisto, e passatovi sopra col loro pennello. Questo è il parere mio, detto con quella schiettezza che un cattolico buono direbbe al confessore. Del resto poi, tanti capi, tante opinioni, tanti occhi, tante diversità di colori. Io le ho detto la mia opinione. Mi favorisca di ringraziare quel signore del buon concetto che ha avuto verso di me; come resto obbligatissimo a VS. dell'onore che mi fa de' suoi comandi, e le faccio affezionatissima riverenza. A dì aprile, 1672, di Firenze.
Mi sono dimenticato di dire, come il detto quadro sia ben conservato. In molti luoghi ha patito, ma di poca considerazione, eccettuati alcuni panni velati, ove è andato via il colore, particolarmente nel Salvatore, che la toga dal mezzo in giù è rimasa di color bello di lacca velata, ed in quella dalla cintura in su la lacca è tutta andata via, e non vi è rimaso altro che il corpo di quella tinta che solevano dare sotto la velatura; ma però non vi scorda, nè dà fastidio al rimanente dell'opera: ed ogni patimento che c'è, non sono se non cose causate dal tempo.
| |
Cristo Palma Vecchio Schiavone Giorgione Giorgione Tiziano Firenze Salvatore
|