Io le scrivo che ho fatto tre figure d'Andrea(37), ed ancora tre ritratti e tre teste di Raffaello da Urbino, e cominciato il s. Antonio di Pietro da Cortona, e l'ho mezzo terminato, e ho cominciato il disegno del signor Ciro, e un ritratto d'una bambina. Io ho visto un quadro in una casa che fu mandato da una monaca per venderlo; ed io andai, e vi trovai il padrone del quadro, ed ei mi condusse a vederlo, e mi dimandò di chi mi pareva, e dissi che veniva dal Domenichino, e ho visto la stampa, e credo che l'abbia VS. Egli è un s. Girolamo quando lo comunicano, e vi è una figura che è innanzi vestita di bianco, e tiene con una mano un libro, e dietro a questa ve n'è un'altra che tiene il calice, e quello che comunica è vestito di giallo. Vi è poi una donna che bacia la mano a s. Girolamo che sta inginocchioni. Vi sono certe teste di vecchi, una delle quali ha il turbante, e sono cosa degna, e gli veddi da vicino. Vi son certi putti in aria tra le nuvole, e vi è del paese, e in lontananza vi sono due figure. Il padrone mi disse che quello è il modello di una tavola(38) ch'è in grande. Io gli dissi che ci avrei gran gusto in copiarlo, ed ei lo lascerebbe copiare, ma io non voglio far niente senza licenza di VS. Mi farà grazia di dirmi quello ch'io devo fare; ma se non si volesse pigliare incomodo di scrivermi, mi favorirà di dire al sig. Niccolò(39) il sì o il no. Io la prego che mi faccia la carità di raccomandarmi al detto signore, ed ancora al sig. abate suo fratello; e qui fo fine con salutarla.
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