Ricevei la sua gentilissima gran tempo fa in risposta della mia, circa al contenuto del mio quadro, e sentii di quanto mi favorì intorno al medesimo col dirmi il suo parere, dichiarandomi averlo molto bene considerato. Ancora a me non sodisfaceva quel panno del Dio Padre; ma siccome ero cieco, non conoscevo l'errore distintamente: mi pareva bene che il tutto mi tornasse di una tinta, ma non sapevo da quello che potesse derivare, come anco nelli altri avvertimenti che mi favorì, che in tutto gliene resto con le maggiori obbligazioni.
Noi qua facciamo l'accademia nel palazzo, e certo mi creda che ne aviamo onore per aver buono modello, come anche per le altitudini che si cercano di studiare, acciò facciano bene; e di concorso è la prima accademia di Roma, e tuttavia sempre viene nuova gente a chiedere licenza. Fra poco tempo, come averò fatto due naturali, manderò de' disegni, e la pregherò continovarmi a correggermi ne' molti errori che in essi ci saranno. Non manchi avvisarmi, come la prego, acciò le faccia onore come suo scolare. E facendole profonda reverenza, le auguro questo Natale da sua divina Maestà ripieno di benedizioni. Di Roma, 20 dicembre, 1692.
XXXIV.
Benedetto Luti al sig. Ant. Dom. Gabbiani.
Molto tenue attestato della memoria che conserverò sempre de' miei obblighi, è stato il frivolissimo tributo della cassetta delle setole desiderate da VS., e con segni d'indicibil suo gradimento ricevute, la qual mia fortuna riconosco dal signor Redi, che mi diede adito di potere incontrare il suo genio; siccome con non ordinaria mia confusione nella sua leggo lo scrupolo di coscienza che VS. ha circa il rimborso del debito, quando maggiore è il mio, che le vado debitore di sì grosse partite, alle quali mai non ho sodisfatto in minima parte.
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