XLIII.
Sebastiano Resta al sig. cav. Gabburri.
Che fosse tumultuario il mio scrivere di sabato passato, e tra le angustie che mi impedirono le dovute considerazioni, VS. illustrissima se ne sarà accorta nel leggere la medesima lettera. Pigliai monsù Giacomo per monsù Gaspero. Dunque di questo monsù Giacomo bisognerà cercare in casa Mellini dal sig. Abate nipote del fu signor Maffeo Capponi, la galleria del quale ereditò, e so che stavano per venderla, ma non si sono mai risoluti, perchè non trovano concorso di compratori. Con allargarsi la stagione può essere che veda il signor Abate, e gli parlerò in generale, se voglion vendere qualche pezzo; ma questo investir li venditori in casa loro, non è la forma di spendere bene il suo denaro.
In tempo mio Brugola e Cornelio Satiro erano i paesisti più celebri, e credo che da quel tempo in qua tanti paesisti li abbia superati nella modernità dell'elezione de' siti; ma il loro essenziale sempre ha trionfato di questi altri, parlo in misure piccole, e col cappello in mano all'eroico Caraccesco, che non hanno nè meno tentato d'emulare. Il signor Maffeo Capponi ogni cosa che fosse per comprare, mi mostrava, ma negli ultimi anni (ne' quali gli venne a notizia monsù Giacomo) e che già era ammaestrato a comprare da sè, non mi mostrava i suoi acquisti se non poche volte l'anno, perchè io m'ero ritirato dalla pittura, astraendo da quella per far un concreto con l'astratto; ed ho memoria che mi parlava di questo monsù Giacomo. Parmi che facesse paesi con figure e pezzi di battaglie.
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