Ma la memoria mia non fu fatta per bambocciate, come Svars, Teodoro, ed altri d'allora in qua. Basta, se vedrò il signor Abate Mellini, vedrò di cavare lume pratico. Intanto veda se vuole che mi fermi in questi tre pezzetti, cioè uno di Brugola che in un gabinetto può situare in mezzo alli due ovatini di Cornelio. Mio padre n'aveva uno in rame piccolo di Cornelio, che quando passò da Milano il P. Gesuita Giacomo Cortese, voleva barattar con roba sua ad ogni partito, nè mio padre volle dargli orecchio. Del Brugola ci sono quattro stagioni in galleria della biblioteca Ambrosiana che non han prezzo; e mi ricordo che certi signori Bianchi n'avevano undici pezzettini che, morto loro il padre, gli esibirono in dono al marchese di Carazena governatore di Milano, perchè facesse pagar loro quattro mila scudi d'un credito contro la città di Cremona, ovvero che l'eccellenza sua li comprasse per due mila scudi. E il marchese, compassionando le angustie di quella città ne' tempi particolarmente di guerra, gli sborsò di suo danaro due mila scudi, e lì mandò subito a Filippo IV re di gl.m., il quale avendoli, in una festa li spartì alle dame; e non so come, morta una di quelle a cui n'erano pervenuti da cinque o sei, furono comprati da mons. Colonna patriarca, che me li mostrò, e mi raccontò il successo, quando vide che io li avevo riconosciuti in origine. Mi diceva mio padre, che due di essi erano del zio, similmente paesista (non Pietro che faceva figure), ma non erano del Brugola migliore, che è quello di cui sono quelli della biblioteca, e questo che io propongo (se più esiste in rerum natura). I prezzi di questo Brugola, o Brugora, più o meno piccoli, erano uniformi in cento scudi l'uno, quando era vivo; ma questo che ha figure grandette (non semplici macchie) e certi angioletti per aria, sarà costato più. Il pittor Biagio.
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